Genni
pensa spesso al futuro. Lo fa per esercizio, lei dice, per immaginare qualcosa
di meglio dopo questo triste presente. Certe volte si parla con lei, ma è
difficile capire quello che pensa davvero. A volte è come se si esprimesse in
un linguaggio incomprensibile, lo fa con l’ausilio di una grande fantasia, di
immagini aperte, di una logica non ordinaria. Tutti noi, tra ragazzi, si
annuisce quando lei dice qualcosa, cerchiamo sempre di ascoltarla con serietà e
comprensione. Alcuni di noi sono sicuri che se diamo retta a quello che dice
Genni, in seguito ci ritroveremo senz’altro migliori, forse lontani da qui, da
questa squallida ordinaria realtà.
Quando
Genni non c’è, sulle panchine del giardino dove in genere ci ritroviamo, non
parliamo di lei, anzi, fingiamo che non esista, che non debba arrivare, anche
se ognuno di noi dentro di sé attende solo che lei ci raggiunga. Poi, quando
arriva davvero, lei si piazza seduta, ci guarda, e senza riferirsi a nessuno in
particolare ci dice con calma che cosa pensiamo, da che cosa siamo preoccupati,
quali sono i nostri desideri più intimi.
Ci
piace sentirla parlare, è come se dicesse le cose che abbiamo sempre sognato
che qualcuno spiegasse, ma Genni non spiega quasi niente, dice le cose che
pensa, si riferisce soprattutto al futuro, dice un sacco di volte che per lei
questo è l’esercizio fondamentale. Parla contemporaneamente con tutti, con se
stessa e con ognuno separatamente, e se qualcuno di noi la interrompe lei
smette con quei suoi pensieri, resta lì, assente, certe volte va via.
Qualcuno
in altri casi non ci sta, dice che non verrà più alle nostre panchine ad
ascoltare Genni che parla, ma non c’è niente di male, lei dice, è naturale che
qualcuno si senta così, straniato, forse, calpestato nella propria
individualità, in ciò che pare anche oltre ogni ragionamento divergente. Ma gli
altri stanno lì, quando lei parla, quando ci spiega cosa dobbiamo pensare e
quello che dobbiamo aspettarci, e c’è sempre un ragazzo o due in più, ogni
volta; ci prende in giro, certe volte dice che vedremo annullate poco per volta
le nostre personalità, ma noi non ci crediamo, ridiamo di questi discorsi,
aspettiamo che Genni esplichi altri pensieri, che ci dica ancora qualcosa, qualcosa
che manca come un tassello fondamentale a tutta quanta la costruzione.
Ogni
volta è come se un grande punto interrogativo nascesse dentro di noi, sappiamo
che Genni sa le risposte da dare, sa probabilmente che cosa accadrà, perché lei
ha indagato il futuro, lo ha pensato in tutte le forme in cui le è possibile
immaginarlo, però non ci dice la sua riflessione finale, non chiarisce niente
dei dubbi che noi continuiamo a crearci. Genni sa cosa passa dentro alle teste
di tutti, allora ci guarda, sorride, attende ancora qualche momento, poi spiega
che ci dirà tutto la prossima volta, per adesso basta così, non c’è
assolutamente bisogno di andare ancora più avanti.
Bruno
Magnolfi
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