Niente
è cambiato, lo so, me ne rendo conto. Avevo cercato mille volte di
concentrarmi, di far forza su me stesso, di tenermi a distanza da quei soliti
bar dove trovi sempre qualcuno che sorride e ti fa compagnia. Per mesi non
avevo più comprato neppure una bottiglia di vino, e tutto questo è durato per
un sacco di tempo, ma è bastato solo ritrovare per strada un vecchio amico di
tanti anni fa che io ho sentito subito vacillare ogni promessa.
Ci siamo fatti
un bel brindisi quel giorno, è chiaro, e da lì non sono più riuscito a
fermarmi. Ci ho pensato su tante volte e ho capito che forse c’è proprio
qualcosa nel mio DNA che mi fa essere proprio così. Giro per strada, incontro
la gente, magari saluto anche qualcuno che conosco, ma sembrano tutte persone
insignificanti, ed io mi sento proprio come uno di loro. Se invece lascio andar
giù almeno un bicchierino, ecco che il mondo mi appare diverso, più colorato,
più divertente, e le persone tutte carine, qualcuno di loro persino simpatico.
Poi
un giorno giro per strada e incontro uno che fa: ti ricordi di me? Ci siamo
visti giù al gruppo degli alcolisti anonimi, saranno un paio di anni fa. Io
dico di no, che non lo ricordo, ma a lui
non fa alcuna differenza, così decidiamo di farci una birra in un pub proprio
lì accanto. Ci sediamo e lui dice: che roba, tutto quel tempo buttato, a me non
è proprio servito a un bel niente, mi fa; io annuisco, non c’è neppure bisogno
che te lo dica, penso.
Poi fa: tutto
il trucco sta nel tenere le cose sotto controllo, non devi mai superare il tuo
limite, è solo questa la cosa importante. Lo lascio dire quello che vuole, poi
dico: tu come te la passi in questo momento? E lui fa: amico, io me la passo
benone, cosa credi, ho capito quale sia il mio limite, l’ho studiato, messo a
punto, e adesso sono a posto, tranquillo, mi fa. Io me lo guardo con un
sorrisetto perché non ci credo per niente a quello che dice, ma lui monta su
tutte le furie, sbatte il bicchiere sul tavolo e poi se ne va, lasciando
persino da pagare la sua birra.
Così penso che
il mondo sia proprio pieno di gente svitata, però mi ha colpito il suo punto di
vista, la faccenda del limite è più seria di quello che sembra, penso. Torno a
casa e mi fo un bicchierino tanto per ragionare un po’ meglio su quello che ha
detto quel tizio. Quando torno ad uscire penso che la sua teoria sia perfetta,
ci devo soltanto lavorare per metterla a punto, la devo solo sistemare apposta
per me, ma è proprio la cosa migliore che io possa fare, penso.
Puoi farti un
bicchierino, mi dico, puoi fartene due, se proprio ti va, ma devi imparare
subito dopo a dire di no, che basta così, perché è quello il tuo limite e tu
non lo puoi superare. Ecco quello che penso. Se qualcuno degli amici giù al solito
bar ti chiede cos’è che stai facendo e magari ti batte una mano sopra la
spalla, tu non devi avere problemi, basta dire con serietà che non puoi
superare il tuo limite, è questa la disciplina che segui, per te è più
importante di qualsiasi altra cosa, ecco cosa puoi dirgli. Sono contento di
aver trovato quel tizio, penso, mi ha aperto gli occhi, potrei addirittura
sfidarlo a mostrarmi il suo limite prima di fargli capire del mio. Potremmo
anche farci su delle belle risate se non fosse svitato com’è, penso. Però
meglio uno così, che tutti gli altri.
Bruno Magnolfi
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