venerdì 21 maggio 2010

Le premesse per la serenità.

         

            Perché mai dovrei fare quello che dicono gli altri, pensava il signor Solmi. Sembrano tutti pronti a dirti quello che non li riguarda affatto, solo per il gusto di indicarti quale sia la maniera più adatta per spersonalizzarti. Proprio nel momento in cui tutti paiono convinti di qualcosa, io mi sento assolutamente persuaso del suo contrario. Certe volte sembra che lo facciano apposta, conoscendomi, per tendermi dei trabocchetti: mi dicono qualcosa e fanno finta che sia una cosa minore, non mi dicono niente e so già che mi hanno tenuto segreto un fatto importante. Così mi ritrovo a dover faticare non poco per capire cosa ci sia di meglio da fare, e rimango sempre lì a cercare di comprendere le cose più sfuggenti del mondo.
Esco di casa, mi salutano, qualcuno ride, e già non riesco a capire il perché. Qualcuno mi ferma, mi chiede se sono già andato a vedere i lavori alla stazione dei treni, e io rispondo subito che non mi interessa per nulla, perciò non ci sono andato e neppure penso di andarci. Insistono, forse per burla, ed io sono già vicino dal perdere del tutto la pazienza. Poi incontro un altro gruppetto di persone che non hanno niente da fare, e tutti insieme, come si fossero messi d’accordo con gli altri, mi dicono che hanno in mente di rinnovare completamente la vecchia stazione dei treni, e che il progetto va avanti, qualsiasi buon cittadino deve esserne conscio. Non dico niente, continuo per la mia strada e mi tengo distante il più possibile da quella stazione. Però una certa curiosità intanto mi è presa, soprattutto perché da queste parti non succede mai niente di nuovo: però per nessuna ragione mi lascerò convincere da quello che dicono, perciò mi tengo alla larga e vado per i fatti miei. Infine incontro altra gente, alcuni mi salutano, nessuno aggiunge altro sui lavori della stazione, e forse un po’ mi dispiace, vorrei saperne qualcosa.
Alla fine decido di uscire di sera, quando è buio, con un cappello che mi copra la faccia, e andarmene a vedere i lavori alla nuova stazione dei treni. Arrivo lì e scopro che non è quasi successo un bel niente, così penso che hanno cercato di prendermi in giro, ma poi incontro due uomini che conosco di vista; mi guardano, buonasera signor Solmi, mi dicono, anche lei è venuto a rendersi conto dei motivi che hanno fatto interrompere tutti i lavori? Niente affatto, rispondo, devo soltanto prendere un treno nei prossimi giorni, e volevo sincerarmi sull’orario della partenza. Mi guardano, si guardano tra loro, poi dicono, e dove andrebbe di bello, signor Solmi? Mi trovo spiazzato, così rispondo che ho solo voglia di andare in un'altra città, almeno per un giorno, dove forse non mi conosce nessuno.
Quelli mi salutano, e ognuno se ne va per la sua strada, ed io rientro nella mia casa. Perché dovrei andare in un’altra città, penso tra me. Spendere soldi e affrontare tutta la noia di un viaggio disagiato senza neppure un motivo plausibile. Così mi metto a letto e decido che il giorno seguente non uscirò neppure di casa. Così tutti saranno pronti a chiedersi dove mai io sia andato davvero e quale treno abbia preso: meglio, per sapere le cose dovranno venire a chiedermele a casa, suonare il mio campanello e pormi domande con cortesia, perché ho deciso che da ora in avanti non parlerò più con nessuno, se non con queste premesse.


            Bruno Magnolfi

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