lunedì 31 maggio 2010

Sostituto degli ideali

            

            C’erano state delle volte in cui essersi detti la verità  non aveva portato niente di buono. Così all’incontro seguente ci eravamo guardati bene dal dirci qualcosa di personale e dal confidarci delle opinioni che non fossero meramente generiche. Soprattutto c’era sempre il sospetto di aver detto qualcosa di inadeguato, oppure di mostrare una sensibilità diversa da quella degli altri. La cosa migliore era annuire moderatamente, essere consenzienti quando tutti lo erano, e sorridere soltanto appena un attimo dopo gli altri.
Quelle riunioni però erano importanti, fortificare lo spirito di noi cittadini della vallata nei confronti del paese di fronte, appollaiato là sopra quella montagna che pareva in qualche modo sovrastare il nostro delizioso centro urbano, era importante, continuavamo a ripetercelo fino alla nausea. Da quando avevamo iniziato a vederci le cose erano progredite: si erano stabiliti sempre meno incontri tra noi della vallata e quegli altri della montagna, sempre di più ognuno aveva costituito una propria identità, persone da frequentare, locali dove ritrovarsi e cose del genere. Non c’era niente di male, se ognuno se ne stava a casa propria non si ponevano problemi.
Poi tutto d’improvviso franò quando il nostro presidente, un bel ragazzo di vent’anni valligiano come noi, colui che aveva costruito dal niente tutto quel nostro movimento, ci confidò che si era innamorato di una ragazza della montagna. Lo disse a tutti come la cosa più naturale del mondo: ci fu il silenzio in quell’attimo, il senso di una grave battuta d’arresto. A niente servirono le sue scuse e la sua profonda vergogna: fu cacciato in malo modo durante quella stessa riunione terribile e subito proposto un suo sostituto.


            Bruno Magnolfi     

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