Non
mi era piaciuta l’ironia leggera del guardiamarina su quel paio di giorni agli
ormeggi che avevo deciso per la mia nave petroliera. In fondo ero io il
comandante là sopra, ed ero responsabile di qualsiasi decisione. Aveva
immaginato benissimo lui che ritardare voleva dire solo attendere la discesa
del prezzo del greggio all’imbarco, naturalmente per via delle solite
congiunture internazionali, ma a me la compagnia comunicava via radio le
indicazioni da seguire, non potevo far altro, era evidente. Per far star buoni
i ragazzi a bordo c’era sempre la vecchia scusa di evitare qualche burrasca, ma
che potevo fare, non potevo lasciare che sospettassero qualcosa sulle buste di
soldi extra che intascavo ad ogni fine missione. Il guardiamarina era un
ragazzone tutto logica e controllo, non sapeva niente di come si fa per stare
al mondo, con gli anni si sarebbe ammorbidito, ne ero sicuro, per adesso era
meglio lasciarlo perdere.
Eppoi
secondo me era stato bello rimanere immobili per tutto quel tempo sottocosta,
prendere il sole in coperta e fare le pulizie generali di tutte le cabine,
meglio farlo davanti a terre amiche piuttosto che in acque poco sicure. Avevo
dovuto cercare di smontare le illazioni del guardiamarina, però, portarlo con i
pensieri da altre parti, e così, tanto per fargli qualche confidenza, mi ero
inventato una storia su una donna, una ragazza bionda che avevo conosciuto anni
addietro, un tipo tutto particolare, avevo detto, di quelle che ti capitano a
tiro davvero poche volte. Mi ero lasciato andare a spiegargli, mentre eravamo
all’ancora, che quella donna era solita trascorrere la stagione balneare in
quel paese laggiù, in mezzo alla baia, e magari in quel momento esatto poteva
tranquillamente essere lì, ad osservare proprio questa nostra stupida nave
petroliera.
Mi
aveva chiesto come l’avevo conosciuta, il mio secondo, ma a me era venuta
voglia, mentre gli spiegavo tutta quanta la faccenda, di averla incontrata
veramente una donna di quel genere, una persona tutt’altro che semplice, di
quelle che anche se sono con te, pare che siano da tutt’altra parte, e ti
affascinano continuamente con il loro modo di sottolineare dei particolari che
tu normalmente non avresti neanche notato. Mi aveva parlato a lungo della sua
famiglia, senza farmi mai capire troppo, con quel modo di spiegare le cose che
sembra faccia i salti da un argomento all’altro, in modo sconclusionato, salvo
lasciarti accorgere a un certo punto, che tutto quello che ti è stato detto è perfettamente
collegato, e resta solo a te il compito di ricomporre i pezzi per comprenderne
di più.
Il
guardiamarina era rimasto colpito da quei miei racconti, si era lasciato
prendere da quella storia, ed aveva anche evitato di fare delle domande fuori
luogo. Così io avevo continuato, giusto per dirgli che in quei pochi giorni che
avevo trascorso insieme a lei, con quella bionda intendo, avevo come
dimenticato tutto il resto, annullata tutta la mia vita, e come per una sorta
di magia particolare lei mi aveva annebbiato la mente con la sua personalità e
con quei suoi modi insoliti. Era come se dentro quella donna fossero presenti
diversi esseri, e che lei a volte si limitasse a interpretarne i pensieri, le
volontà, forse i desideri, giocando tutto sul filo dell’intuito e delle
sensazioni. Poco prima di perderci, cosa che ancora oggi non so perché sia
avvenuta e né come, disse soltanto: “Ci rivedremo, non so quando, fra qualche
tempo; e anche se saremo lontani sentiremo ugualmente di esserci accanto, proprio
come adesso…”.
Bruno
Magnolfi
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