domenica 27 giugno 2010

La comprensione degli eventi.

            

            La scogliera era battuta dal vento, l’uomo da solo era rimasto a lungo ad osservare la superficie del mare biancheggiata di schiuma. La barca in difficoltà, con il motore in avaria e carica di turisti, si era fermata sottocosta, ma si intuiva subito che la cima dell’ancora non avrebbe potuto reggere a lungo. L’uomo aveva osservato tutto quanto con un certo distacco, come se in tutta la vita solo l’indifferenza fosse il sentimento vincitore tra quelli che avevano combattuto dentro al suo animo. Quasi niente ormai gli interessava di meno che preoccuparsi per gli altri, la sua solitudine lo aveva strappato da tutto, lasciandolo inerme nei confronti delle difficoltà che le persone certe volte erano costrette ad affrontare, convinto che la sua priorità fosse l’inedia, il lasciare che il mondo corresse per conto proprio, distante, senza neppure trarre un’idea o un giudizio sugli avvenimenti da cui in qualche caso era sfiorato.
Così quella gente in pericolo sopra la barca rivestiva solo l’aspetto di una giornata qualsiasi, un elemento della realtà da cui non si sentiva coinvolto. Ugualmente restava lì, nel vento, sull’alto delle rocce, a guardare quel mare minaccioso e a vedere le persone che dalla barca, poco per volta, si erano gettate tutte nell’acqua con i loro giubbotti salvagente, annaspando tra i marosi, pericolosamente vicini agli scogli. Niente poteva turbarlo, come se il destino di tutte le cose fosse segnato, e a nulla servisse correre, urlare, cercare di opporre la propria volontà contro gli eventi.
            Poco dopo la barca, strappando gli ormeggi, era andata a fracassarsi sopra gli scogli, e i turisti erano tutti riusciti in qualche maniera ad aggrapparsi alle rocce, meno che una persona, forse una donna, da sola, rimasta in balia delle onde, attaccata con disperazione a una tavola, che con il vento e le onde continuava ad essere spinta più avanti, sempre più avanti, lontana dagli altri. L’uomo osservava quanto accadeva sotto ai suoi occhi, consapevole che niente avrebbe potuto scuotere quella sua completa imperturbabilità.
            Non c’era egoismo nel suo comportamento, solo la coscienza di essere un niente, un fantasma, incapace di vivere e di intervenire, impossibilitato a compiere qualsiasi azione a favore degli altri. Infine perse di vista la donna, e all’improvviso tutto in lui parve mutare, come se quella realtà lo avesse colpito più di quanto si sarebbe aspettato. Si mosse da lì, riprese a camminare lungo la strada nell’alto della scogliera, nel vento che a tratti pareva volerlo portare con sé, fino a quando comprese che quella donna era in lui, adesso la sentiva, ed era salva, da qualche parte là sotto, la poteva osservare mentre respirava davanti ai suoi occhi, e sapeva, in qualche maniera, che quel segnale lo stava riportando alla vita, come se una forza pari a quella del mare spingesse anche lui.
            Si fermò, guardò l’orizzonte, gli parve di comprendere tutto.

            Bruno Magnolfi



                                                                                                           

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