L’uomo
era uscito da casa senza un motivo, aveva passeggiato per un po’ lungo i
marciapiedi cittadini, poi si era infilato in un caffè, giusto per farsi
servire qualcosa e riposarsi. La donna, al tavolino accanto al suo, continuava
a scrivere su un foglio di carta, forse una lettera, lasciando freddare la sua
tazza di the e mostrando indifferenza verso tutto il resto. C’era un
quotidiano, e l’uomo l’aveva sfogliato distrattamente. Poi, mentre girava la
pagina per leggere meglio una notizia, aveva incontrato casualmente lo sguardo
della donna, lei aveva sorriso come per una cortesia tra persone solitarie, e
lui aveva detto sottovoce buonasera, senza espressioni. Lei poco dopo aveva
piegato quel suo foglio per riporlo dentro la borsetta, aveva sollevato la
tazza del suo the e si era guardata attorno, come alla ricerca di qualcosa.
L’uomo aveva evitato di guardarla nuovamente, però aveva cercato dentro di sé
un motivo per parlarle, incuriosito da quel suo sorriso dolce e aperto.
Il tardo
pomeriggio attorno continuava a scorrere tranquillamente, con clienti che
andavano e venivano, alcuni parlando tra di loro, altri salutandosi. Il
cameriere aveva servito all’uomo un aperitivo, lui aveva ringraziato ed aveva
accavallato le gambe, come a mostrare piena sicurezza di sé. La donna era
rimasta ferma, forse lo aveva guardato nuovamente, poi aveva controllato il suo
piccolo orologio. “Aspetta qualcuno?”, avrebbe potuto dirle lui, tanto per
parlare di qualcosa, ma non lo fece, anzi trovò subito una domanda di quel
genere qualcosa di cui si sarebbe potuto vergognare. Così si volse verso le
vetrate, come a cercare di dare movimento al suo starsene seduto forse in modo
troppo statico, e lei tornò a guardarlo, forse a sorridere di nuovo quasi
leggendogli i pensieri, ma lui non dette peso alla cosa, e subito riaffondò il
suo naso dentro a quel giornale.
Intanto nel
locale era entrato un piccolo gruppo di persone chiassose e gioviali, una di
loro aveva detto qualcosa di divertente ad alta voce richiamando l’attenzione
di tutti su di sé. L’uomo e la donna si erano guardati per un attimo come
divertiti da quell’espressione, ma ambedue non avevano detto niente,
limitandosi a scambiare un semplice barlume di solidarietà che sembrava non
avere seguito. L’uomo infine aveva chiuso in modo definitivo il quotidiano,
aveva sorseggiato il suo aperitivo, aveva volto la sua faccia in modo deciso
verso di lei, ma lo aveva fatto proprio nel momento in cui la donna aveva
aperto la sua borsetta per cercarvi qualcosa. Lui stava per dirle: “Scusi, le
posso fare una domanda?”, senza sapere in realtà cosa chiederle davvero, ma in
quell’attimo esatto lei si era alzata dalla sua poltroncina, si era avvicinata
al banco del bar, aveva pagato la sua consumazione e in un solo attimo era
uscita dal locale, quasi senza voltarsi verso di lui.
L’uomo aveva
atteso solo un minuto, forse due, pensando improvvisamente tra sé che forse lei
lo aveva persino salutato prima di uscire, e che lui non si era neanche accorto
di quella cortesia. Fu preso da una strana agitazione, si alzò alla svelta e
infine con modi nervosi pagò anche lui l’aperitivo, uscendo quasi di fretta dal
caffè. Fuori la serata era dolce e piacevole, le persone lungo i marciapiedi
circolavano tranquille come sempre, tutto appariva in perfette condizioni e lui
si trovò immobile, senza sapere cosa fare; attese qualche minuto fermo
scrutando la strada, poi rassegnato capì che avrebbe dovuto incamminarsi verso
casa, diventava assurdo e inutile per lui guardarsi ancora attorno, perdere del
tempo inutilmente, cercare con gli occhi, come intanto continuava a fare, di
rivedere quella donna, perché lei non c’era, pur con tutto il desiderio che
aveva di trovarla non la poteva vedere più da alcuna parte, era sparita,
volatilizzata. Infine parve rassegnarsi, si avviò per la sua strada e pur con
quel senso vago di delusione che provava, seppe di star bene, di aver comunque
vissuto una piccola esperienza, di esser stato accanto ad una donna che adesso
gli sembrava unica, importante, forse rara, che aveva illuminato in modo
indelebile quella sua giornata, anche se non avrebbe mai saputo spiegarne il
motivo.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento