Il corpo
riverso di un uomo giaceva per terra, nei pressi del fiume. Lui lo osservò a
lungo. Non era sorpreso, solo voleva osservare con calma tutti i dettagli prima
di fare e pensare qualsiasi altra cosa. Infine lo girò su di un fianco. Non
aveva mai conosciuto la faccia di quella persona, ciò nonostante provava un
senso di dispiacere per quella morte, quasi un’angoscia mista ad un naturale
ribrezzo. Non toccò altro, si allontanò poco dopo per andare a denunciare
quello che aveva trovato.
Due ore dopo
dovette tornare sul posto con due poliziotti, ma non c’era più niente nel luogo
esatto dove prima giaceva quel corpo. Lui iniziò a sentirsi nervoso, assicurò
le autorità di aver visto e toccato il corpo di un uomo che non aveva mai
conosciuto prima, forse addirittura uno straniero, ma dalle espressioni pareva
che nessuno avesse voglia di credergli. Fu portato al posto di polizia e
interrogato per ore. Infine firmò una serie di dichiarazioni confuse e
contraddittorie, soprattutto per l’agitazione di cui era ormai preda, e fu
rilasciato.
In un attimo
in paese si era sparsa la notizia di quanto accaduto, e già uscendo dal posto
di polizia qualcuno al suo passaggio tendeva a scansarsi. Si disse, per tutti
quei giorni seguenti, che lui non era mai stata una persona affidabile, forse
sapeva molto di più di quel che aveva riferito; qualcuno affermò che forse era
lui l’assassino, oppure era un complice di qualcuno che aveva ammazzato un
rivale, lui in seguito aveva fatto scivolare quel corpo nel fiume per lasciarlo
allontanare con la corrente, e poi per cercare di uscirne pulito aveva
raccontato una storia alle guardie.
Per tutta la
settimana seguente nel suo negozio di falegnameria non si presentò neanche un
cane. Lui stava lì, seduto, a piallare e a sistemare qualche pezzo, e intanto
la gente passava davanti per osservarlo, per cercare di capire quale poteva
essere la sua prossima mossa. Per due volte i poliziotti erano andati fin lì a
fargli ancora delle domande, ma niente di nuovo lui aveva aggiunto o era
accaduto.
Infine una
sera, chiusa la sua bottega, esausto per quella situazione che si era
verificata, lui con rassegnazione e coraggio tornò con la torcia elettrica fino
al luogo nei pressi del fiume dove aveva visto quel corpo, si sdraiò a terra
nel punto esatto dove lo aveva trovato, e rimase ad aspettare che accadesse
qualcosa. Lo trovarono ancora lì, dopo due giorni, morto per arresto cardiaco,
coperto di mosche e formiche, ed allora fu detto da tutti che era stato un vero
veggente, uno che aveva saputo intuire la sua morte prima che si fosse
verificata. Il suo negozio di falegnameria fu innalzato a sacrario, e tutti i
pezzi di legno che c’erano furono venduti come reliquie. Fu scolpita in fretta
addirittura una lapide, che venne cementata sopra una grossa pietra al margine
della strada proprio all’inizio del paese, in modo che tutti arrivando
sapessero che in quel luogo aveva vissuto un grand’uomo, uno che aveva visto e
capito qualcosa al di sopra delle sue umane possibilità: un uomo unico, come si
diceva adesso da molte parti, il migliore di tutti, una persona da ricordare
per sempre.
Bruno Magnolfi
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