Sto qui,
ad osservare le foglie di uno stupido geranio affogato nella terra di in un
vaso, sul davanzale della finestra di fronte alla mia. Lo osservo, e vedo che
le foglie iniziano lentamente a impallidire e ad ingiallire giorno dopo giorno,
nel sole di questo periodo quasi estivo. Nessuno in quell’appartamento di cui
vedo solo quella finestra si ricorda di annaffiarne la terra, e quella pianta
continua a rinsecchire nel sole. Io non ci bado, sto qui, osservo ogni giorno
le foglie che ingialliscono e seccano, poco per volta, e forse sono contento.
L’agonia del geranio mi pare un
ottima e lenta vicenda da seguire e scoprire con calma, gustandone volta per
volta tutti gli aspetti. Poi un giorno piove e si bagna anche la pianta e la
terra in quel vaso. Il geranio si riprende, tira su le sue foglie che si fanno
più scure, si schiude anche un fiore che sembra mi guardi come per lanciarmi
una sfida. Non mi piace quanto è accaduto, mi pareva inarrestabile quel lento
declino, ma io ho tempo, so che tornerà il sole a picchiare forte sul davanzale
e a bruciare le foglie di quella stupida pianta. Resto al mio posto,
indifferente, osservo il geranio e so che prima o poi seccherà.
Bruno
Magnolfi
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