All’improvviso, dopo una giornata
afosa, inutile, priva di elementi di un qualche interesse, dalla mia finestra
spalancata è sopraggiunta la sera, sotto forma di una brezza fresca, una folata
leggera di aria nuova che in un attimo ha ridato vita alle cose. Mi sono girato
ad osservare quell’entità impalpabile, a guardare quelle piccole foglie degli
alberi che si muovevano svogliate in quell’aria, e sono rimasto rapito,
immobile, imbambolato, ma giusto il tempo per convincermi che da quella
finestra stava entrando soltanto tutto ciò di cui avevo bisogno.
Poi mi sono alzato dalla sedia, mi sono affacciato alla
finestra ed ho guardato il cielo, lontano, là in fondo dove una schiuma di
nuvole bianche pareva cercare di disegnare qualcosa, di dar forma ad oggetti
impossibili. Apparentemente tutto è legato a minuscole cose, casuali variazioni
di tempo e di temperatura, ho pensato: ma non è così, non è come noi vorremmo
che fosse; e solo comprendere quei movimenti appena percettibili ci rende
chiaro il quadro d’insieme, che è statico, e incredibilmente non cambia, resta
inamovibile e fermo, nonostante tutto il nostro immaginarsi sensibili, e non fa
alcuna differenza il fatto che resti vigile in noi la incommensurabile capacità
di vedere qualcosa anche là dove ristagna soltanto il vuoto e il silenzio.
Bruno Magnolfi
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