Niente era
stato risolto, pur con tutto l’impegno che lui aveva cercato di metterci, e
alla fine si era sentito spossato, senza più alcuna capacità di reagire. I
conti erano chiari, il suo piccolo negozio di ferramenta non ce la faceva più a
pagare i fornitori di utensili e di materiali, la banca non finanziava
un’attività in perdita e lui doveva ormai rassegnarsi, vendere le ultime cose e
poi chiudere il suo esercizio. Dopo tutti quegli anni, un fallimento del genere
non se lo sarebbe mai immaginato, ma era così, inutile lambiccarsi la testa
ulteriormente, doveva solo voltare la pagina e pensare al futuro.
Ormai erano rimasti solo pochi
articoli nella sua bottega, e i rari clienti gli lasciavano gran parte di
quelle ultime settimane di attività quasi senza far niente. Fu quindi per
ingannare un po’ il tempo che tirò fuori un vecchio tavolino di legno che
teneva sul retro, e col fatto che gli utensili certo non gli mancavano, iniziò
a lavorarci per restaurarlo, sistemandosi per quella attività proprio nello
spazio che era sempre stato destinato alla vetrina. Diversi passanti, i più
curiosi, si fermarono ad osservare il suo lavoro, gli chiesero qualche notizia,
si interessarono di quella sua nuova attività. Uno gli chiese addirittura un
preventivo di spesa per sistemare dei vecchi comodini, un altro gli disse che
aveva un armadio ormai mezzo sgangherato ma d’epoca. In pochi giorni si ritrovò
il negozio ingombro di mobili da risistemare, e pur buttando lì dei prezzi per
quei lavori che inventava su due piedi, tutti parevano ben contenti della sua
attività, tanto che nel giro di un mese i soldi, quasi per magia, avevano
ricominciato a girare.
Lavorare il legno peraltro gli
piaceva parecchio, ma la cosa più divertente era il fatto che lo faceva
lasciandosi guardare da tutti attraverso la vecchia vetrina. Era un po’ come
mettersi in mostra, ma in ogni ora del giorno su quel marciapiede c’era sempre
qualcuno che si fermava a guardare, fornendogli così una pubblicità spontanea e
gratuita. Le cose in poco tempo migliorarono, lui fece sostituire l’insegna
sopra al negozio e fiscalmente cambiò attività, e in pochi mesi tutti i debiti
contratti con il vecchio lavoro, quasi come per una magia insperata, furono
saldati.
Bruno Magnolfi
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