- Ci vogliono idee nuove -, aveva
detto semplicemente lo stilista parlando quasi sottovoce l’ultima volta che era
entrato dentro allo studio. Noi avevamo provato una specie di brivido, come se
tutti quei giorni di lavoro fossero inutili,
ciò nonostante avevamo annuito. Dovevamo disegnare il progetto per tutta
la collezione, e continuavamo a lavorare sui tessuti, sui colori, sui tagli da
dare alle stoffe, senza che effettivamente nessun nostro disegno, pur interessante
e ben eseguito, riuscisse a risaltare sugli altri.
Uscendo da
là a sera inoltrata, pensavo nonostante una forte amarezza che lo stilista
aveva ragione, e con questa idea fissa ero tornata verso casa portandomi dietro
tutti i bozzetti migliori che in quel periodo ero riuscita ad elaborare. Volevo
cenare con calma, distrarmi con le notizie di un telegiornale, e poi, dopo il
caffè, tornare a riguardare i disegni, con lo sguardo più neutro possibile.
La mia
governante aveva sfornellato a lungo in cucina, ma io, cenando da sola e senza
appetito, avevo spizzicato giusto qualcosa, poi ero andata sulla terrazza ad
osservare le luci della città poco distante, accendendo una delle mie
sigarette. Pensavo che non c’era alcun senso in quello che cercavo di fare,
avevo passato in rassegna tutte le riviste di moda che avevo nella mia
libreria, avevo ripensato a tutte le collezioni che ero riuscita a mettere a
punto in quegli anni, eppure adesso non c’era niente che mi desse un’idea, uno
spunto significativo.
La
creatività è un elemento impalpabile: certe volte fuoriesce come acqua da
dentro una fonte; altre volte, pur con tutti gli sforzi, non ne sorte neppure
una goccia, riflettevo come per darmi una giustificazione. Poi pensai di
partire proprio da lì, dalla mancanza completa di idee, come se la realtà
avesse bruciato in pochissimi anni tutto ciò che di nuovo si poteva inventare.
Disegnai l’abito più semplice che riuscissi a pensare, quindi mi soffermai sui
dettagli, i più elementari possibili, infine qualcosa nella mia testa iniziò di
nuovo a girare.
Certo, ci
sono delle volte che si deve ripartire dai fondamenti, pensavo, anzi, bisogna
riflettere proprio su quelli, attraverso l’esperienza che nel corso degli anni
siamo riusciti a raggiungere. Ci sono principi a cui non possiamo voltare le
spalle soltanto perché la nostra maturazione e la pratica ci ha portato lontani
da tutto. Dobbiamo riuscire a guardare ancora dietro di noi, ripensare alle
basi di tutte le cose, solo così il futuro ci parrà davvero a portata di mano.
Bruno
Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento