L’uomo da solo, uscendo dall’ufficio
dove lavora fino alle cinque del pomeriggio, percorre come ogni giorno il
tratto di strada che lo separa da casa. Il suoi passi hanno un ritmo regolare e
non troppo lento, il suo sguardo è orientato sulla porzione di marciapiede che
lo precede. I suoi pensieri si accavallano tra le attività che ha lasciato in
ufficio e l’immagine identica e rassicurante della sua casa che lo sta
aspettando.
Poi una
ragazza lo avvicina, gli chiede qualcosa che lui non comprende, lei insiste,
lui fa il gesto di scartarla per riprendere il cammino di prima, ma lei ha una
pistola, un piccolo revolver da borsetta che gli fa intravedere per un attimo
sotto al giornale. Lui si ferma, pallido, lei dice con calma di entrare dentro
al portone lì accanto. Entrano assieme e lui le porge subito il suo portafogli.
Lei lo ringrazia, gli dice che quei soldi servono per una giusta causa. Se ne
va in fretta, gli lascia un volantino nelle mani che lui stenta a comprendere.
Esce,
riprende il cammino, barcolla: della ragazza non c’è più alcuna traccia; poi si
ferma, si appoggia ad un muro, legge quel volantino mentre le mani gli tremano.
C’è scritto che tutti dobbiamo impegnarci nel finanziare un’alternativa,
dobbiamo credere che esiste una realtà differente per cui lottare, un terreno
da conquistare con lo sforzo di ognuno.
L’uomo si
sente solo, vorrebbe parlare con quella ragazza, chiederle qualcosa di più sui
suoi ideali, sui veri motivi che la spingono ad essere così, e per un attimo si
sente dalla sua parte, dalla parte di quella lotta di cui non comprende il
significato, ma che all’improvviso gli appare reale, vera, assolutamente
giustificata. Torna indietro, lungo il marciapiede che ha già percorso, ripassa
davanti al portone che è rimasto socchiuso, cerca una traccia, un elemento che
lo renda partecipe.
L’uomo si
sente un estraneo a ciò che sta succedendo, per tutta la vita ha pensato delle
cose che si dimostrano false, ma adesso ha impiegato i suoi soldi, ha messo il
suo impegno per quella causa, e vuole fare anche di più, anche lui vuol
convincere altri che cambiare è possibile; che stupido, pensa, bastava che
qualcuno mi avesse fatto presente tutto quanto per tempo, lo capisco che il
mondo non può essere quello che ho sempre vissuto: c’è una speranza, adesso lo
so, è chiaro, è evidente, ed è meraviglioso saperlo.
Bruno
Magnolfi
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