Il telefono aveva emesso diversi
squilli, lui non avrebbe saputo dire quanti, visto che quando aveva iniziato a
sentirli forse ne aveva già perduti qualcuno, perciò corse il più possibile in
fretta dal giardinetto fino dentro casa sua, sbattendo nella foga anche un
piede in un mobile, fino a riuscire a sollevare il ricevitore. “Pronto”, disse
con una voce poco naturale, come di uno che si aspetta una telefonata che vuole
evitare e quindi si riserva la possibilità di dire all’altro che ha sbagliato a
comporre quel numero e lui non è affatto la persona che stava cercando. “Sono
io”, disse Lora all’altro capo con grande fermezza. “Perché rispondi in questo
modo strano, forse ti ho preso in un momento non adatto?”, continuò con voce
pacata ma inserendo nell’intonazione delle parole una buona dose di ironia.
“No; che dici?”, rispose lui con una mezza risata che rendeva ancora più
surreale la situazione. “Stavo solo facendo un po’ di pulizia nel giardino,
tutto qua”.
Lora era sua
moglie da ormai cinque anni, e al contrario di lui per ragioni di lavoro non
aveva mai tempo libero, così spesso lo chiamava nel pomeriggio al telefono di
casa per tenerlo al corrente dei suoi orari e degli spostamenti che spesso
effettuava per ragioni d’ufficio. Perciò a lui, visto che il suo lavoro al
contrario lo impegnava solo al mattino, erano delegati molti compiti di casa
che in altra maniera sarebbe stato difficile svolgere. La situazione con il
tempo era diventata pesante, lui aveva iniziato a frequentare segretamente un
bar del quartiere e a farsi qualche birra e qualche partita alle carte, ma solo
durante gli orari in cui era sicuro che lei non avrebbe chiamato. Non c’era una
ragione precisa, ma lui si sentiva a suo agio solo se riusciva a dimostrare
alla sua Lora che la propria presenza in casa era utile, anzi necessaria, e che
era solerte nel mandare avanti le cose.
Lei disse
soltanto che sarebbe rientrata per l’ora di cena, e lui a quelle parole si
sentì sollevato. Aveva tutto il tempo per andarsene al solito bar, farsi una
partita alle carte e tornare in tempo utile per preparare qualcosa da mangiare.
Si salutarono, lui prese la giacca ed uscì. Mezz’ora più tardi il telefono
squillò nuovamente ma a vuoto, dimostrando a Lora una volta di più che il
comportamento di suo marito era quello che lei sospettava.
La sera
parlarono di cose usuali, leggere, lei disse come procedevano le cose del suo
lavoro, lui affermò che aveva trascorso il pomeriggio a sistemare il giardino.
Fu durante il giorno seguente che Lora affidò all’avvocato la domanda per il
suo divorzio.
Bruno
Magnolfi
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