Un uomo
qualsiasi passeggia lungo un marciapiede del paese, così passa davanti ad una
casa dove, dalla finestra spalancata per il caldo, si vedono due donne in una
cucina che rimangono sedute e parlano tra loro, davanti a una tazzina di caffè.
Lui si ferma un attimo, le osserva, loro si voltano verso la finestra, l’uomo
si tocca la falda del cappello, le due donne dicono buongiorno, poi ognuno dei
tre distoglie lo sguardo e torna alle proprie occupazioni.
Le due donne stavano parlando proprio
di lui, dell’uomo col cappello, e forse lui ha sentito qualcosa della loro
conversazione, ma forse non se ne è neanche curato: lui si sente un uomo
qualsiasi, le sue opinioni hanno un peso decisamente molto relativo, potrebbe addirittura
non averne affatto, la differenza probabilmente non si noterebbe.
Le due donne riprendono i loro
discorsi ma a voce più bassa: si parla della moglie di quell’uomo, che a
distanza di qualche anno dal loro matrimonio ha fatto la valigia pochi giorni
prima e se n’è andata, sembra addirittura senza tante spiegazioni. Il paese è
percorso da chiacchiere, analisi, domande, possibilità presunte, ma niente si
continua a sapere di preciso, e con l’uomo tutti si comportano come se nulla
fosse accaduto, considerato anche che lui svolge la sua vita come sempre. Un
uomo qualsiasi però dovrebbe crollare, a un certo punto, almeno confidarsi con
qualcuno, e invece niente, lui continua come se nulla fosse stato.
Le due donne
sorseggiano il caffè, dicono che lui è una persona taciturna, anche troppo
silenzioso, e quella moglie pareva svelta, quasi furba, forse troppo sorridente
con tutti, non poteva durare a lungo il loro matrimonio. Poi si servono ancora
un goccio di caffè, quasi per trovare la scusa per dirsi ancora qualcosa su
quell’argomento: lui è un bell’uomo, dice l’una, però non brilla, sembra
scolpito in un pezzo di legno senza l’anima, ed appoggiato lì, a fare
arredamento. Però è certo che senza una donna com’era quella moglie, la sua
giornata adesso è vuota, priva di colore.
Ma l’uomo
qualsiasi è tornato sui suoi passi, cammina ancora davanti alla finestra
aperta, si ferma, toglie il cappello in senso di rispetto per le due donne e
dice a voce bassa: la mia solitudine di adesso è impagabile, se proprio vi
interessa saperlo; riscopro giorno dopo giorno l’importanza di tutte le mie
cose, di questo paese, delle mie piccole attività; il tempo di ogni giorno mi
sembra dilatato e ricco, e tutto mi appare migliore, addirittura divertente, mi
piacciono persino quei discorsi insignificanti che in questo periodo sento fare
su di me, per cui non vi curate di abbassare la voce: le vostre chiacchiere
sono benvenute.
Bruno
Magnolfi
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