Vattene fuori dalle palle, aveva
detto lei senza neppure scomporsi, come fosse una frase che aveva pensato di
dirgli già mille volte. Nella tasca della giacca di suo marito aveva appena
trovato un foglietto con su scritto con il rossetto un nome femminile e un
numero di telefono. Non era certo la prima volta che Nicola si dava da fare con
qualcuna, aveva fatto il cretino persino con una delle sue amiche, e da quella
volta lei aveva giurato a se stessa che non lo avrebbe più voluto vedere.
Nicola sorrideva in modo quasi
provocatorio, osservava a testa bassa qualcosa nella cucina, tra lui e sua
moglie il tavolo di formica grigia; poi aveva aperto il frigo e tolto il tappo
a una birra. Guarda che devi prendere le tue cose e levarti dai piedi, spiegò
meglio lei a voce bassa; adesso devo uscire, quando ritorno non voglio
ritrovarti, ti è chiaro?
Lui annuiva continuando a bere la
birra, mentre lei lo osservava cercando di capire che cosa gli passasse dentro
quella testa bacata. Restavano in silenzio ambedue, misurandosi, lei seguiva
mentalmente il percorso necessario per andare fino alla camera da letto,
ficcare dentro ad un borsone i suoi indumenti, chiudere la cerniera ed arrivare
fino alla porta. Le pareva semplice, facile, liberatorio.
Nicola con un ultimo sorso aveva
finito la birra, poi aveva preso la bottiglietta, quasi con calma, e con tutta
la forza possibile l’aveva scagliata contro una delle pareti, provocando una
pioggia di frammenti di vetro che erano caduti da tutte le parti.
Va bene, disse ridendo, me ne vado,
tanto non sto a farci niente con te. Lei aveva preso a piangere in silenzio,
paralizzata da quel comportamento che non si sarebbe aspettato. Lui girò
attorno al tavolino, si avvicinò a lei che non lo guardava, la prese per un
braccio. Non mi toccare, lasciami, diceva lei mentre cercava di divincolarsi.
Poi con le unghie dell’altra mano repentinamente gli fece dei graffi sul viso,
Nicola rimase sorpreso e lasciò la sua presa; lei, sfruttando quell’attimo,
corse nell’ingresso e uscì dalla porta di casa richiudendola subito alle sue
spalle, poi si nascose dietro la prima rampa di scale del condominio, cadde
seduta sopra un gradino, e lì iniziò a piangere di disperazione. Quando rialzò
la sua faccia sentì che Nicola da dentro l’appartamento stava chiudendo a
chiave la porta, e si sentì sollevata.
Bruno Magnolfi
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