Ero
andato assieme al mio amico in quella grande città che non conoscevo, giusto
per fargli compagnia durante il viaggio e girare un po’ tra quelle case e quelle
strade mentre lui stava dietro ai suoi affari. Mi ero scritto l’indirizzo sopra
un foglietto, proprio come lui mi aveva detto di fare mentre spegneva il motore
della macchina: ci dovevamo ritrovare esattamente lì, nel pomeriggio, verso le
quattro, ed io con allegria avevo cominciato subito a girare a piedi da solo, a
casaccio, senza alcuna meta, fino a perdermi in quel groviglio di vie, di case
e di persone tutte uguali.
Dopo un bel
po’, quasi a fine mattinata, mi sentivo quasi stufo di quel girare a vanvera,
così ero entrato dentro a un bar, giusto per farmi una birretta, come facevo
sempre al paese, e parlare del più e del meno con qualcuno. Ma tutti là dentro
andavano di fretta salvo una ragazza con il vestito troppo corto che mi aveva subito
chiesto di accompagnarla in un posto lì vicino. Io le ero andato dietro, e lei
era entrata dentro al portone di un palazzo, e lì, nella fresca penombra
dell’andito, mi aveva preso una mano e se l’era piazzata sotto alla sua gonna.
L’avevo lasciata fare, non sapevo quale fosse il gioco, ma lei poco dopo mi
aveva chiesto dieci euro, così io timidamente avevo tirato fuori una banconota
da cinquanta proprio mentre qualcuno arrivava dalle scale, e lei scappava via
con quelle, senza dirmi niente.
Quando uscivo
era sparita, così cercavo di tornare indietro di corsa, verso il bar, magari
per vedere se era lì vicino, ma adesso tutto pareva ancora uguale, e mi perdevo
di nuovo, senza alcun punto di riferimento. Così frugavo nella tasca per vedere
l’indirizzo che mi ero scritto, ma quello non c’era, era sparito, ed io provavo
un senso forte di disperazione. Trovavo un ragazzo che pareva girasse lento,
senza fare niente, così gli chiedevo se conosceva una via con dei palazzi in un
certo modo e di fronte anche degli alberi che avevo visto, e lui diceva subito
di si, che lo sapeva dove si trovava il posto. Si offriva di accompagnarmi fino
lì, ma svelto, dicevo io, che ho un appuntamento, e lui iniziava a girare quasi
di corsa lungo quelle strade tutte identiche, lasciandomi il compito di
seguirlo senza fiato.
A tratti si
fermava, quel ragazzo, come per pensare, mi toccava i bracci come per
sincerarsi che eravamo assieme, poi ripartiva. Alla fine, dopo un angolo,
scoprivo che era sparito, e poco dopo mi accorgevo che era sparito anche il mio
portafoglio che tenevo nella tasca posteriore dei calzoni, e tutto quanto, di
colpo, mi appariva ostile, un dedalo di gente senza scrupoli pronte ad
approfittarsi di uno come me. Riprendevo a girare cercando la mia strada, e
dopo un po’ iniziavo a camminare tenendomi in mezzo alle vie, perché il mio
amico verrà a cercarmi, pensavo, ma le macchine mi suonavano il clacson ed
altri mi dicevano qualcosa dai finestrini aperti. Io mi sentivo spaurito e
disperato, l’orario dell’appuntamento era già passato e non sapevo più che cosa
fare.
Un uomo veniva
da me per dirmi che avevo perso la sciarpa, ma non era la mia e non era neppure
la stagione per portare la sciarpa, così gli rispondevo sgarbatamente qualcosa
e me ne andavo. I piedi mi facevano male, le orecchie erano disturbate dai
rumori e gli occhi parevano stufi di indagare strade tutte identiche.
Trovavo una
guardia, gli dicevo la mia storia, ma quello sosteneva che stava facendo un
servizio e non mi poteva dare aiuto: dovevo presentarmi al Commissariato che si
trovava non so dove e lì chiedere se qualcuno poteva accompagnarmi, ma io
ringraziavo e lasciavo perdere qualsiasi cosa. Alla fine mi sedevo sopra una
panchina, nel giardinetto di una piazza senza nome, mentre le auto già
iniziavano ad accendere i fanali e il mondo pareva ancora più ostile di prima,
lasciandomi vuoto e perso. Poi arrivava il mio amico, per un miracolo
insperato: non mi chiedeva niente, mi faceva salire sulla sua macchina come
fosse stata la cosa più normale della terra, e alla fine mi portava via, sorridendo
tra sé, come se tutto si fosse svolto come già lui aveva immaginato.
Bruno
Magnolfi
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