Non
era ancora l’alba quando il pensionato era uscito da casa, ma si era alzato dal
letto già da parecchio tempo, dilungandosi nel preparare le ultime cose che gli
potevano servire, e cercando di riempire con qualcosa da fare quella fase della
notte che sempre più negli ultimi tempi, gli era diventata odiosa e insonne.
Fuori l’aria era quasi fredda nonostante fosse estate, e lui aveva preso la sua
bicicletta agganciata in alto dal rimessaggio sul retro, l’aveva appoggiata con
le ruote a terra sul piazzale davanti casa sua, poi si era incamminato senza
fretta lungo la strada verso il fiume. Gli animali chioccolavano
nell’avvicinarsi calmo del giorno, e qualche merlo già aveva preso a fischiare
mentre cercava vermi e cibo da portare alla nidiata; la bicicletta del
pensionato invece aveva un rumore ritmico ogni volta che si completava un giro
di pedali, una specie di scricchiolio della catena, monotono e rassicurante, proprio
come le gomme delle ruote quando scoppiettando muovevano leggermente la ghiaia di
quel viottolo. Il fiume non era lontano, ma per arrivare al posto dove lui
desiderava mettersi a pescare, c’era da proseguire per un bel pezzo lungo la
riva sinistra. Non era la prima volta che andava fino là, gli piaceva al
pensionato quella specie di piccola spianata verde d’alberi e cespugli, era un
punto dove il fiume girava e la profondità dell’acqua, facendosi maggiore,
calmava la corrente, lasciando che i pesci più grossi si aggirassero in quei
pressi con lentezza e con tranquillità
maggiore. A lui piaceva pedalare con calma dentro a quel rimasuglio di nebbiolina
notturna, procedendo, metro dopo metro, assieme a quei leggeri suoni della
natura, come fosse lui stesso una parte dell’insieme, ed era forse l’ora del
giorno che preferiva per fare delle cose, mettere mano a un progetto o ad
un’idea, ascoltare l’alba che nasceva, tutto, fuor che starsene nel letto o in
casa, avanti e indietro senza riuscire mai a combinare niente. La strada era
lunga e dopo poco si sentì già stanco, così si soffermò un momento su un lato
della strada mettendo un piede a terra, e interrompendo il ritmo monotono della
catena. Forse non aveva neppure voglia di andarsene a pescare, alla fine gli
bastava anche stare lì, sentire i merli dentro ai cespugli, respirare l’aria
ferma, non aveva bisogno di nient’altro. Pensò in un attimo che tra qualche tempo
forse sarebbe morto, l’età cominciava ad esserci tutta, e forse ancora prima di
quel momento si sarebbe trovato nelle condizioni di non poter più andare con la
bicicletta fino là, dove adesso gli piaceva ritrovarsi. Era una condizione a
cui doveva pensare, piuttosto che far finta di essere eterno e che niente
potesse mai interrompere quelle piccole cose che davano sapore alla sua vita. Annusò
la campagna, gli alberi verdi, l’erba umida lungo le banchine, e il fiume lento
che ruscellava ormai poco distante. Rimise i piedi sopra ai pedali allora, con
un nuovo sorriso sopra al viso che gli veniva dal profondo, e senza più
indugiare ancora, si affrettò a raggiungere la sua radura per la pesca.
Bruno
Magnolfi