Il
silenzio nella radura era perfetto. Il Presidente dell’Associazione, una volta
che tutti erano scesi dalle loro auto private parcheggiate alla meglio al bordo
della strada statale, e affrontato con le loro scarpe da trekking il lungo
sentiero che li aveva portati fin lì, si era auspicato, da parte di tutti, e
nella sua mente sin da quando aveva convocato quella bella comitiva di quasi
cinquanta persone in quell’insolito posto di meditazione e d’incontro, un
riguardo adeguato al motivo che li aveva spinti in quel luogo, ed un rispetto
coerente con gli scopi della loro escursione. Mancava ancora molto al tramonto
del Sole, ma alcuni membri del gruppo avevano già mostrato dei segni evidenti
di frenesia e agitazione. In quella primavera avanzata le colline apparivano
verdi, e le piante rigogliose e brillanti, formicolanti di vita. Il piccolo
lago al fondo della vallata specchiava tremolando il cielo ancora luminoso e
azzurrino, e la luce nell’aria aveva ormai preso il colore di un giallo sempre
più teso verso l’arancio. Tutti si erano portati delle coperte per sistemarsi
seduti o sdraiati sul prato destinato alla loro riunione, e camminando con gli
zaini colmi di oggetti diversi, non ultime le lampade portatili per illuminare
la strada al ritorno, ognuno aveva continuato a parlare in maniera vivace,
conversando con il proprio vicino delle proprie emozioni, e dell’ultima
riunione che si era tenuta, o magari di quella che l’aveva preceduta,
distillando con parole forbite, pensieri, sensazioni, esperienze, tutto quello
che avevano tratto da quelle serate. Poi ognuno si era sistemato nel posto
assegnato, e ogni conversazione lentamente aveva spento la foga iniziale,
lasciando ad un progressivo silenzio e ad un uso sempre più rarefatto delle
parole, la porzione di tempo sempre più breve, fino alla scomparsa definitiva
del Giorno. Il Presidente dell’Associazione, solo con i gesti delle sue mani,
aveva richiamato l’attenzione di tutti su di un gruppo, affascinante per forme
e colori, di nuvole ammantate di arancio, su un lato della porzione di cielo
che era stata assunto a spettacolo per quella serata, e quando il disco solare
era entrato in contatto con la collina di fronte, traspirando la luce tra i
rami degli alberi che sembravano mani ammalate a reclamare una goccia di linfa
vitale, una soffusa vocale di infantile stupore era sfuggita alla maggior parte
dei membri presenti. La porzione di tempo che intercorreva tra quel
circoscritto momento e l’istante in cui anche l’ultimo barbaglio di Sole
spariva, era ben definito, e alcuni riuscivano a provare un’estasi vera solo in
quel determinato lasso di tempo, come se tutto il resto dell’intera giornata
concentrasse la forza, la determinazione, la sua vera sostanza, solo in quei
pochi minuti. Poi il Sole, ormai rosso, si avviò a compiere l’ultimo balzo,
lasciando la porzione di cielo interamente avviluppata dalla sua ingombrante
presenza e sparendo infine alla vista, e in quell’attimo stesso qualcuno lanciò
delle grida soffuse assolutamente involontarie, proprio nel momento in cui il
cielo rimaneva privo del suo potente inquilino, lasciando il suo spazio
sterminato preda del nulla.
Bruno Magnolfi
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