giovedì 16 luglio 2009

Gli amanti della fine del Giorno.



            Il silenzio nella radura era perfetto. Il Presidente dell’Associazione, una volta che tutti erano scesi dalle loro auto private parcheggiate alla meglio al bordo della strada statale, e affrontato con le loro scarpe da trekking il lungo sentiero che li aveva portati fin lì, si era auspicato, da parte di tutti, e nella sua mente sin da quando aveva convocato quella bella comitiva di quasi cinquanta persone in quell’insolito posto di meditazione e d’incontro, un riguardo adeguato al motivo che li aveva spinti in quel luogo, ed un rispetto coerente con gli scopi della loro escursione. Mancava ancora molto al tramonto del Sole, ma alcuni membri del gruppo avevano già mostrato dei segni evidenti di frenesia e agitazione. In quella primavera avanzata le colline apparivano verdi, e le piante rigogliose e brillanti, formicolanti di vita. Il piccolo lago al fondo della vallata specchiava tremolando il cielo ancora luminoso e azzurrino, e la luce nell’aria aveva ormai preso il colore di un giallo sempre più teso verso l’arancio. Tutti si erano portati delle coperte per sistemarsi seduti o sdraiati sul prato destinato alla loro riunione, e camminando con gli zaini colmi di oggetti diversi, non ultime le lampade portatili per illuminare la strada al ritorno, ognuno aveva continuato a parlare in maniera vivace, conversando con il proprio vicino delle proprie emozioni, e dell’ultima riunione che si era tenuta, o magari di quella che l’aveva preceduta, distillando con parole forbite, pensieri, sensazioni, esperienze, tutto quello che avevano tratto da quelle serate. Poi ognuno si era sistemato nel posto assegnato, e ogni conversazione lentamente aveva spento la foga iniziale, lasciando ad un progressivo silenzio e ad un uso sempre più rarefatto delle parole, la porzione di tempo sempre più breve, fino alla scomparsa definitiva del Giorno. Il Presidente dell’Associazione, solo con i gesti delle sue mani, aveva richiamato l’attenzione di tutti su di un gruppo, affascinante per forme e colori, di nuvole ammantate di arancio, su un lato della porzione di cielo che era stata assunto a spettacolo per quella serata, e quando il disco solare era entrato in contatto con la collina di fronte, traspirando la luce tra i rami degli alberi che sembravano mani ammalate a reclamare una goccia di linfa vitale, una soffusa vocale di infantile stupore era sfuggita alla maggior parte dei membri presenti. La porzione di tempo che intercorreva tra quel circoscritto momento e l’istante in cui anche l’ultimo barbaglio di Sole spariva, era ben definito, e alcuni riuscivano a provare un’estasi vera solo in quel determinato lasso di tempo, come se tutto il resto dell’intera giornata concentrasse la forza, la determinazione, la sua vera sostanza, solo in quei pochi minuti. Poi il Sole, ormai rosso, si avviò a compiere l’ultimo balzo, lasciando la porzione di cielo interamente avviluppata dalla sua ingombrante presenza e sparendo infine alla vista, e in quell’attimo stesso qualcuno lanciò delle grida soffuse assolutamente involontarie, proprio nel momento in cui il cielo rimaneva privo del suo potente inquilino, lasciando il suo spazio sterminato preda del nulla.      


            Bruno Magnolfi

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