giovedì 9 luglio 2009

La ladra.


            All’interno del suo quartiere quel supermercato che avevano aperto un paio di anni prima era diventato in pochissimo tempo il punto di riferimento per tutti, e quei minuscoli giardinetti che avevano ricavato davanti alle invitanti porte di vetro scorrevoli, erano adesso un luogo di ritrovo per anziani e ragazzi. I piccoli negozi in tutta la zona o avevano chiuso o si erano accontentati di fare una vita di stenti. Il supermercato invece marciava spedito con le sue insegne, le luci, i colori brillanti in ogni suo arredo, ed era sempre pieno di gente, praticamente a qualsiasi ora del giorno. Emiliana faceva pulizie nelle case, due ore da una parte, due ore da un’altra, aveva sempre fatto così. Chi la conosceva la fermava per strada e diceva: “la signora Mariotti cerca una donna per dare la cera sui pavimenti”, oppure: “al civico 18 vorrebbero qualcuno per pulire dei vetri”, e lei andava, e con quel passaparola se l’era sempre cavata benone, anche con l’aiuto del giornalaio che aveva sempre notizie da darle, o anche tramite la sua amica Marcella, che vendeva i vestiti da donna in un negozietto ad un angolo, e teneva rapporti con tante persone. Certe volte era rimasta senza lavoro, ma le bastava girare un po’ lungo le strade del suo quartiere, salutare tutta la gente che conosceva, e qualcosa trovava sempre da fare. Ma quell’ultimo mese era stato diverso. Nessuno l’aveva cercata, lei aveva anche chiesto un po’ in giro come sempre faceva, ma a parte casa Novelli, dove regolarmente andava due volte la settimana a pulire le stanze di due poveri vecchi, per il resto non aveva trovato da fare nient’altro. I pochi soldi che teneva da parte non voleva assolutamente toccarli, erano per casi più estremi, pensava, così era andata quel giorno al supermercato tanto per vedere che aria tirava. Era entrata, aveva preso il carrello come facevano gli altri, aveva girato tra gli scaffali. Facevano gola le confezioni di roba da mangiare sistemate in gran numero tra i corridoi, ma costavano tanto, e lei proprio adesso non poteva permettersi molto. Emiliana non seppe spiegarsi come le entrò nella borsa la scatola di caffè macinato, forse non se ne accorse neppure. Nel carrello aveva messo del pane, la frutta, una confezione di pasta, ed era andata alla cassa. Aveva regolarmente pagato e poi era uscita, ma con un brivido in fondo alla schiena e un pensiero che non riusciva a estirpare: “sei ladra!” diceva il pensiero, e lei si sentiva morire. Nei giorni seguenti tornò qualche volta al supermercato e lasciò scivolare nella sua borsa ancora qualcosa, ma quel pomeriggio qualcuno l’aveva notata, avevano avvertito la cassa, e l’avevano portata fin dentro l’ufficio del direttore, senza farsi troppo notare. In piedi, di fronte a quell’uomo con la giacca pulita e stirata, lei seppe di essere una povera donna, e lo disse. Ma fu solo a quel punto che ebbe ben chiaro che il mondo non era fatto per tutti. 


Bruno Magnolfi 

Nessun commento:

Posta un commento