martedì 28 luglio 2009

Un rischio accettato.



            I tre ragazzi avevano bevuto già alcune birre con doppio malto prima di salire sopra la macchina. Era un venerdì sera, per certi versi un giorno qualsiasi, per altri una serata speciale, di quelle da divertirsi per forza. Lorenzo stava dietro, i suoi due amici riuscivano ad essere più estroversi e simpatici, si facevano venire delle idee irripetibili, soprattutto avevano sempre una direzione dove dirigersi, dov’era in città un posto che faceva per loro. Lui metteva la faccia in mezzo ai sedili anteriori, e si gustava i loro commenti su tutto, le loro battute a getto continuo, il loro fregarsene di qualsiasi divieto, come se per gustarsi davvero la vita ci fosse bisogno di sentirsi un po’ oltre, fuori dai meccanismi assodati, via da qualsiasi consuetudine. Fecero un giro lungo i viali mentre davanti armeggiavano con lo stereo dell’auto a tutto volume. Si fermarono a un chiosco dove c’era sempre qualcuno, scambiarono qualche battuta con il tizio che preparava i frappé, distribuiva gelati confezionati, e soprattutto derubava i ragazzi con certi succhi di frutta corretti con l’alcool. I tre rientrarono in macchina dopo aver sciolto un paio di pasticche dentro una bottiglietta d’acqua gassata di cui richiusero il tappo, poi ripartirono al proseguo del giro. C’era altra gente che vorticava lungo i viali, così ogni tanto qualcuno tirava una marcia per levarsi di torno chi stava davanti, e in questo modo, tra un semaforo e l’altro, capitava di raggiungere i cento con i motori mugghianti. Lorenzo qualche volta aveva paura, ma quelli erano amici, “dobbiamo essere solidali tra noi”, dicevano a volte, così nella maggior parte dei casi stava zitto e si lasciava portare dove volevano. Spesso c’erano delle ragazze sui marciapiedi vicini ai locali, così era normale farsi vedere sempre con un po’ più di fretta di quella che effettivamente serviva. Lorenzo ben volentieri sarebbe andato in un bar dove sapeva che in quella serata ci sarebbe stata Laurina, una ragazza che gli piaceva da urlo, ma propri per questo i suoi amici sembravano attratti da tutti i posti possibili che non fossero quello. Alla fine ci andarono, ma ormai era tardi e Laurina non c’era, così presero in giro Lorenzo che non riusciva neppure a farsi aspettare. La serata finì a notte fonda, a chiacchierare di niente, di fronte a un locale ormai chiuso, senza che in fondo fosse accaduto qualcosa, tra gli sbadigli storpiati e gli occhi di tutti che ormai si chiudevano. Lorenzo non era particolarmente contento, però ripeteva tra sé che quelli erano amici, e lui doveva per forza essere come erano loro, non poteva esimersi dal trascorrere quelle serate, anche se a volte un po’ gli pesavano. Qualche volta aveva anche pensato che sarebbero usciti di strada con quella macchina sempre fuori di giri, e quelle pasticche che annebbiavano tutto, o avrebbero sbattuto contro qualcosa, magari senza neanche rendersi conto di quel che facevano, ma anche questo rientrava tra i rischi da correre, era così, non c’era niente da fare, la loro età richiedeva anche questo.

            Bruno Magnolfi


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